Carissimi fedeli…

Carissimi fedeli…

Carissimi fedeli

In questo momento difficile vi giunga il nostro affetto e la preghiera, che ogni giorno presentiamo al Padre a nome e per tutti voi. Congiungiamo insieme le mani nel gesto della preghiera per invocare la guarigione dei malati, il conforto dei sofferente, la forza per tutti coloro che operano in prima linea contro questo virus e la sua propagazione.
Preghiamo per la nostra cara comunità e per la nostra nazione.

Il particolare momento in cui ci troviamo non ci permette di vivere le celebrazioni eucaristiche e momenti di preghiera comunitaria, con grande sofferenza sia per i fedeli che per noi pastori. Tuttavia, ci è data la possibilità preziosa e necessario di pregare, se pur divisi ma uniti in una grande fede. Possiamo fare poco fattivamente ma, tanto, se ognuno di noi nella propria casa si riserva uno spazio e un tempo per pregare e meditare la Parola di Dio.

Da parte nostra vi assicuriamo che ogni giorno nella nostra celebrazione, senza popolo, vi metteremo sull’altare di Dio affinché faccia giungere ad ognuno di voi consolazione e pace. Fraternamente vi abbracciamo.
Don Antonio e Don Nino

Alcune indicazioni:

  • Ogni giorno sentiamoci uniti alle ore 17:30 per la recita del Santo Rosario e alle 18:00 SANTA MESSA;
  • La chiesa resterà aperta ogni giorno per la preghiera e l’adorazione personale;
  • Il venerdì si raccomanda la pratica della Via Crucis personale.

Un tempo di enorme responsabilità

Un tempo di enorme responsabilità

CS n. 12/2020

Nel contrasto alla diffusione del coronavirus, l’estensione a tutto il Paese delle misure restrittive, decise dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il decreto del 9 marzo, ha ribadito l’impedimento a ogni celebrazione della Santa Messa con concorso di fedeli. Questa decisione, che crea rammarico e disorientamento nei Pastori, nei sacerdoti, nelle comunità religiose e nell’intero Popolo di Dio, è stata accettata in forza della tutela della salute pubblica.

A maggior ragione, tale inedita situazione deve poter incontrare una risposta non rassegnata né disarmante. Va in questa direzione l’impegno con cui la Chiesa italiana – soprattutto attraverso le sue Diocesi e parrocchie – sta affrontando questo tempo, che come ricorda Papa Francesco costituisce un cambiamento d’epoca, per molti versi spiazzante. Più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti del Decreto, la Chiesa tutta sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese.

È prossimità che si esprime nell’apertura delle chiese, nella disponibilità dei sacerdoti ad accompagnare il cammino spirituale delle persone con l’ascolto, la preghiera e il sacramento della riconciliazione; nel loro celebrare quotidianamente – senza popolo, ma per tutto il popolo – l’Eucaristia; nel loro visitare ammalati e anziani, anche con i sacramenti degli infermi; nel loro recarsi sui cimiteri per la benedizione dei defunti.

Ancora, questa prossimità ha il volto della carità, che passa dall’“assicurare a livello diocesano e parrocchiale i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri d’ascolto”, come scrive Caritas Italiana, che aggiunge l’attenzione a “non trascurare i nuovi bisognosi e anche chi viveva già situazioni di difficoltà e vede peggiorare la propria condizione”.

Sul territorio le iniziative – sia in campo liturgico che caritativo – si stanno moltiplicando, sostenute dai Vescovi e dalla passione di preti e laici, di animatori e volontari.

La Segreteria Generale della CEI, oltre a rispondere alle domande che provengono dalle Diocesi, sta predisponendo una serie di sussidi che possano accompagnare la preghiera personale e familiare, come pure di piccoli gruppi di fedeli. Attraverso Avvenire, Tv2000, Circuito InBlu e Sir si stanno mettendo a punto nuove iniziative, programmi orientati alla preghiera e all’offerta di chiavi di lettura con cui interpretare alla luce della fede questa non facile stagione. Un ambiente digitale raccoglierà e rilancerà le buone prassi messe in atto dalle Diocesi e offrirà contributi di riflessione e approfondimento.

La Segreteria Generale della CEI

Roma, 10 marzo 2020